Skip to main content

Il risveglio

Pippo Delbono

Teatro Astra

6 > 10 novembre 2024

C’è un addormentamento all’origine de Il risveglio. Quello dell’uomo che alla fine di Amore – il precedente spettacolo di Pippo Delbono – andava a sdraiarsi sotto l’albero secco che d’improvviso si era coperto di fiori. E l’uomo restava lì, assopito in quel sonno che ci ha lasciati spaventati e silenziosi. Sonno da cui ora sente la necessità di risvegliarsi, scontando la possibilità di trovarsi di fronte a una realtà ancora peggiore di quella di prima. Prima della pandemia che ha chiuso tutti in casa. Prima delle guerre scoppiate alle porte di casa. Prima del ritorno di ideologie che pensavamo appartenessero al passato. Il risveglio parte da un’esperienza personale per rovesciarsi in un sentimento di perdita che riguarda tanti. Che chiede di essere sanato, ma può esserlo soltanto a partire da un gesto di solitaria ribellione. Dal riconoscimento di una fragilità di cui lo spettacolo è lo specchio.

I fantasmi del mio spettacolo sono le cose che non ci sono più, le musiche che non si sentono più, le rivoluzioni, gli anni ‘70, tutti quei venti di rivolta che per anni non ci sono stati più.

Pippo Debono

La canzone della Playlist Fantasmi scelta da Pippo Delbono

Estratti della rassegna stampa

APLAUZE – Alexander Hartmann – giugno 2024
RISVEGLIO ALLA REALTÀ. UNA RIVOLUZIONE DEI SENSI ATTRAVERSO LA DANZA, IL COLORE, L’EMPATIA.

Su un palcoscenico vuoto nascono emozioni, parole, movimenti, immagini che generano progressivamente una storia molto personale di tristezza, dolore, alienazione, una guerra continua per preservare l’integrità fisica e psicologica dell’essere umano, così fragile. (…) “La rondine, l’acqua blu e i fiori rossi” introducono metaforicamente l’idea del rifugio di cui ha bisogno una mente in subbuglio, un’anima tormentata da domande e lacerata da tristezza e impotenza. “C’è qualcuno? C’è qualcuno? C’è qualcuno qui?” chiede Pippo Delbono, in attesa di risposte che non arrivano, agli spettatori (…) a cui parla apertamente e coraggiosamente di sofferenza, fisica e mentale, personale e di chi si trova in situazioni di conflitto, di follia e della pazienza di sopportare. Perché “tutto passerà!”. (…) Questo potente mix esplode sul palco in suoni, luci, colori, parole, canzoni, musica dal vivo e danza. Le vibrazioni dei corpi danzanti che turbinano come dervisci in un ritmo frenetico e le vibrazioni della musica trasmettono ciò che il corpo malato del creatore non può più fare. Attraverso l’arte, Pippo Delbono esorcizza i demoni che non gli danno pace, creando gradualmente il contesto per la catarsi: la sua e quella di chi sceglie di accompagnarlo in questo viaggio iniziatico nei recessi più reconditi della sua anima. (…) Il risveglio mette insieme le confessioni del regista con la musica, la danza e la poesia, in una struttura  che colpisce per l’alternanza di momenti di presentazione della dura realtà che ci attanaglia e momenti in cui le esperienze personali esplodono e inondano la sala di emozioni, in un meccanismo perfettamente calibrato che genera sensazioni contraddittorie, che a loro volta accompagnano la liberazione dello spettatore dalle preoccupazioni quotidiane.

ZIARUL METROPOLIS – Monica Andronescu – 22/06/2024
IL RISVEGLIO DI PIPPO DELBONO. NOSTALGIA DOPO L’ALBA DI UN ALTRO MONDO.

Una forma di metabolizzazione artistica del dolore, della tristezza, della sofferenza, dell’impotenza, della depressione, dell’amore, il teatro di Pippo Delbono, viscerale, personalissimo, rimane il grido più potente che abbia mai sentito sul palcoscenico. Al limite dell’impudenza, l’esposizione della sofferenza, come fa lui, ha la dolcezza del veleno e la forza di un vulcano che ti fa saltare in aria. (…) Incontrare il suo mondo, se si ha il coraggio di attraversarlo, è un viaggio senza ritorno. Vedere e sentire Delbono in un angolo del palcoscenico (…) con la sua voce che scioglie le particelle nell’aria crea dipendenza. (…) Come l’incarnazione della poesia, vestito con una maglietta rosso sangue, si affanna a sfogliare le pagine su cui legge versi che vibrano nel profondo del nostro essere, dove si incontrano vita, morte, paura, amore e solitudine. La sua voce riempie un mare di tristezza e tra le onde della musica danza, agitando le mani, seduto su una sedia. (…) I suoi spettacoli sono uno viaggio. Si vivono e si portano con sé. (…) Sono pezzi di carne e sangue che bruciano, prendono vita, fanno male. (…) Il risveglio è una performance post-pandemica di un artista che cerca la libertà prima di tutto. È uno spettacolo sul crepuscolo di un mondo. Non c’è un vero e proprio “risveglio”. È piuttosto una nostalgia dopo l’alba di un altro mondo.

LITERNET – Doina Giurgiu – giugno 2024
MALINCONIA VERGINE E CRUDA. PIPPO DELBONO E IL RISVEGLIO.

Pippo Delbono è un creatore teatrale. Lui non va sul palco, lui è il palco. È un’idea, è una forma, è un testo, è voce e movimento, è personaggi e scena. È la sua storia, raccontata al pubblico in tutte le forme possibili, è la storia dello spettatore, del mondo, delle persone. (…) Il risveglio, spettacolo che ha debuttato al Sibiu International Theatre Festival 2024, è un lungo viaggio nel passato di Delbono e degli anni ’70, con le loro rivoluzioni scomparse, fino al presente carico di dolore collettivo e di perdite personali, ma senza la perdita della speranza, delle proprie certezze. C’è uno strappo nel modo in cui Delbono guarda (e costringe il pubblico a vedere) indietro, alle cose che non ci sono più. È emozionante vedere Delbono (…) con il cuore che pulsa di una malinconia viva, calda, a tratti crudele, ma fresca e che stringe saldamente le mani della vita.

Galleria fotografica


  • Durata
    65 min

Orari


  • Mer 06 Novembre
    19:00
  • Gio 07 Novembre
    20:00
  • Ven 08 Novembre
    21:00
  • Sab 09 Novembre
    19:00
  • Dom 10 Novembre
    17:00

Crediti


  • uno spettacolo di

    Pippo Delbono
  • con la Compagnia Pippo Delbono:

    Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Giovanni Ricciardi, Pepe Robledo, Grazia Spinella
  • collaboratori musicali durante la creazione

    Alexander Bălănescu, Pedro Jóia, Giovanni Ricciardi
  • luci

    Orlando Bolognesi
  • costumi

    Elena Giampaoli
  • suono

    Pietro Tirella
  • capo macchinista

    Enrico Zucchelli
  • organizzazione

    Davide Martini
  • assistente di produzione

    Riccardo Porfido
  • direttore tecnico

    Orlando Bolognesi
  • personale tecnico in tournée

    Manuela Alabastro/Pietro Tirella (suono), Elena Giampaoli/Carola Tesolin (costumi), Orlando Bolognesi/Corrado Mura (luci), Enrico Zucchelli/Mattia Manna (scena)
  • produttore esecutivo

    Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
  • co-produzione

    Teatro Stabile di Bolzano (Italia), Teatro Metastasio di Prato (Italia), Théâtre de Liège (Belgio), Sibiu International Theatre Festival/Teatrul Național “Radu Stanca” Sibiu (Romania), Teatrul Național “Mihai Eminescu” Timisoara (Romania), Istituto Italiano di Cultura di Bucarest (Romania), TPE – Teatro Piemonte Europa/Festival delle Colline Torinesi (Italia), Théâtre Gymnase-Bernardines Marseille (Francia)
  • in collaborazione con

    Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento (Italia), Le Manège Maubeuge – Scène Nationale (Francia)