Con questo testo del 1987 Claire Dowie, drammaturga, attrice e poetessa del circuito della stand-up comedy americana, ha vinto il premio Time Out nel 1988. Molti dei suoi lavori sono legati a temi di genere, spesso complessi e controversi. È anche per questo motivo che l’autrice, spesso anche interprete dei suoi testi, predilige esibirsi in piccoli teatri o club, dove la dimensione di intimità facilita la comunicazione con il pubblico. «In scena la sola attrice con due sedie affronta una sorta di confessione / intervista / testimonianza, rivolta al pubblico nella maniera più diretta possibile. Una confessione dolorosa e intima, la condivisione di una storia terribile, scomoda e commovente», spiega il regista Lorenzo Fontana. La protagonista ci parla con grande lucidità e racconta nei dettagli il suo malessere, i ricordi d’infanzia di famiglia, i primi giochi innocenti con la sua amica immaginaria. Con un linguaggio apparentemente quotidiano, ma anche ossessivo nelle descrizioni più dettagliate dei momenti di vero e proprio sdoppiamento di personalità, Dowie ci accompagna in un viaggio emozionante in cui la protagonista, nel disperato tentativo di farsi capire da chi la circonda, dovrà combattere la sua battaglia definitiva.