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Chi siamo per davvero? Quanto il sangue che scorre nelle nostre vene può dire chi siamo? Come gli uccelli è uno spettacolo che ci chiama a guardarci dentro attraverso una storia d’amore tra un ragazzo ebreo e una ragazza araba. È una riflessione sulle origini e sui legami che nascono superando i limiti, quelli imposti dalla famiglia, dalla tradizione, dalle ideologie.

Disperatamente giovani e innamorati, Eitan e Wahida (di origine ebrea lui, di origine araba lei), si conoscono a New York, in una delle scene d’incontro d’amore tra le più belle che siano finora state scritte per il teatro. A dispetto delle loro origini, il loro amore fiorisce e cerca di resistere alla realtà storica con cui i due ragazzi devono inevitabilmente fare i conti. Ma nel loro destino, qualcosa va storto sull’Allenby Bridge (Hebrew: אלנבי גשר Gesher Allenby), il famoso ponte che collega (ma allo stesso tempo divide, perché i controlli sono serratissimi e non a tutti è permesso il passaggio) Israele e Giordania.

Eitan rimane vittima di un attentato terroristico proprio su quel ponte (luogo e simbolo) e cade in coma. La storia personale dei protagonisti si intreccia alla Storia, con la “S” maiuscola, di attentati, conflitti, odi che ormai da troppi anni continua in quelle terre e  tra le due culture di cui i protagonisti sono inevitabilmente esponenti. Durante il coma, in una dimensione sospesa, simbolica e potente, i piani temporali si intrecciano, si sospendono e si sovrappongono. Da luoghi diversi, infatti, arrivano, i genitori e i nonni a fare visita al ragazzo. Per tutti loro sarà l’occasione di guardare negli occhi la verità più nascosta, di affrontare il dolore dell’identità, il demone dell’odio, le ideologie più rigide che appartengono a ognuno dei personaggi e quindi a ognuno di noi. Sarà l’occasione per capire come resistere all’uccello della sventura che si scaglia contro il cuore e la ragione di ciascuno.

Con questo testo teatrale si superano il tempo e lo spazio, percorrendo vicende familiari di diverse generazioni ambientate in diversi luoghi geografici e si percorre un’indagine emotiva sulla propria identità culturale e genetica e sulle proprie origini. Cosa sappiamo dei segreti del nostro passato, della storia delle nostre famiglie? Di quanti momenti oscuri della storia e di quali violenze siamo eredi senza saperlo? Siamo davvero il DNA che ci scorre nelle vene oppure è tutto molto più complesso? Se nasciamo nel letto del nostro nemico, come possiamo evitare che il sangue che scorre nelle nostre vene diventi una mina antiuomo? So davvero chi sono?

CREDITI

  • di
    Wajdi Mouawad
  • consulente storico
    Natalie Zemon Davis
  • traduzione
    Monica Capuani
  • del testo originale
    Tous des oiseaux
  • adattamento
    Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi
  • regia
    Marco Lorenzi
  • con
    Aleksandar Cvjetković, Elio D’Alessandro, Said Esserairi, Lucrezia Forni, Irene Ivaldi, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Federico Palumeri, Rebecca Rossetti
  • assistente alla regia
    Lorenzo De Iacovo
  • dramaturg
    Monica Capuani
  • scenografia e costumi
    Gregorio Zurla
  • disegno luci
    Umberto Camponeschi
  • disegno sonoro
    Massimiliano Bressan
  • vocal coach e composizioni originali
    Elio D’Alessandro
  • esecuzione al pianoforte de La marcia del tempo e Valzer per chi non crede nella magia
    Gianluca Angelillo
  • video
    Full of Beans – Edoardo Palma & Emanuele Forte
  • consulente lingua ebraica
    Sarah Kaminski
  • consulente lingua tedesca
    Elisabeth Eberl
  • un progetto de
    Il Mulino di Amleto
  • produzione
    A.M.A. Factory, TPE – Teatro Piemonte Europa, Elsinor Centro di Produzione Teatrale e Teatro Nazionale di Genova
  • in collaborazione con
    Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e Festival delle Colline Torinesi
  • con il sostegno di
    ART-WAVES e Fondazione Compagnia di San Paolo

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  • Torino
    10 ottobre 2023 ANTEPRIMA
    Teatro Astra, Festival delle Colline Torinesi
  • Torino
    17 > 26 novembre 2023
    Teatro Astra
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    Fontana

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