
FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI
FRANKENSTEIN (A LOVE STORY)
17 > 19 ottobre 2023
We need Monsters
and we need to recognise
and celebrate
our own monstrosities.
J. Halberstam
Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa “nuova creatura”. Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein.
La struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni e la sua stessa biografia, che tanto si riflette nelle vicende dolorose della creatura inascoltata, sono materia da cui partire nella composizione – con la collaborazione drammaturgica di Ilenia Caleo. Il tema della “progenie mostruosa” che Shelley ha ideato per prima – facendo un balzo dal romanzo gotico alla fondazione di quello fantascientifico, è poi ripensato da molt^ studios^ come una figurazione del possibile – figurazione e favola di un mondo non riproduttivo – dalle vivaci ramificazioni contemporanee nella filosofia postumana. Toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale, sentirne la carne. Il confine pericoloso tra vivente e non vivente. I processi di composizione e decomposizione. Cellule che si autorigenerano fuori dal corpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e Intelligenze Artificiali in rivolta… La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, amore, un eccesso di amore non corrisposto. «Non vedevo né sentivo parlare di nessuno simile a me» – come l’umano, unico della sua specie, anche la creatura è un unico. La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessun altr^ a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano. Tra i mondi. E qui, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, “a wretch”, come si dice di chi parte svantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva da monēre, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso…
The novel Frankenstein by Mary Shelley is the starting point, but it’s not the only one, of Motus’s new theatrical adventure. It’s a project created with artists from different subjects, but also with the students who attend the Master in Theatre at the Berner Fachhochschule, in Switzerland, where Motus started working on this new production.
Galleria fotografica
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Durata80 minuti
Orari
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Mar 17 Ottobre21:00
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Mer 18 Ottobre21:00
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Gio 19 Ottobre19:00
Crediti
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ideazione e regia
Daniela Nicolò e Enrico Casagrande -
con
Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, Enrico Casagrande -
drammaturgia
Ilenia Caleo -
adattamento e cura dei sottotitoli
Daniela Nicolò -
traduzione
Ilaria Patano -
assistenza alla regia
Eduard Popescu -
disegno luci
Theo Longuemare -
ambienti sonori
Enrico Casagrande -
fonica
Martina Ciavatta -
grafica
Federico Magli -
video
Vladimir Bertozzi -
produzione
Francesca Raimondi -
organizzazione e logistica
Shaila Chenet e Matilde Morri -
promozione
Ilaria Depari -
comunicazione
Dea Vodopi -
distribuzione internazionale
Lisa Gilardino -
ufficio stampa
comunicattive.it -
una produzione
Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE), residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival, Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule (CH) -
con il sostegno di
MiC, Regione Emilia-Romagna