Tratto dall’omonimo libro di Lewis e dall’autoritratto di Franz Elke, fondatore della rivista Frigidaire, un nuovo lavoro che ragiona sulle rappresentazioni possibili del dolore rispetto alle intimità di ciascuno.
Si può raccontare il proprio dolore senza il sospetto di star tradendo sé stessi e la propria intimità? Un regista chiede alla sua attrice di lavorare a una messa in scena che affronti il tema del dolore, a partire da Diario di un dolore di C.S. Lewis. Come si rappresenta il dolore e quali sono i limiti nella possibilità di raccontarlo? La propria biografia può diventare l’oggetto della messa in scena senza il rischio che venga usata a fini spettacolari? E come si fa a ripetere, sera dopo sera, la messa in scena di un dramma, non di finzione, ma reale? Staccandosi sempre più dal libro di Lewis, e dall’idea di metterlo in scena, emergono le domande che divengono il centro di un altro, inaspettato, spettacolo. Mentre il mondo ci invita a catturare e narrare momenti di felicità, scopriamo che abbiamo più che mai voglia di parlare di dolore.
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Biglietti e abbonamenti
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